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Gravure

Boscovich Ruggero Giuseppe (1711-1787) Maire Cristoforo, (1697-1767), Boscovich Ruggero Giuseppe (1711-1787) Maire Cristoforo, (1697-1767)

Nuova carta Geografica dello Stato Ecclesiastico

1755

2200,00 €

Trippini Sergio Libreria (Gavirate, Italie)

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Détails

Année
1755
Format
mm 1190x645
Edition
1755
Graveurs
Boscovich Ruggero Giuseppe (1711-1787) Maire Cristoforo, (1697-1767)
Thème
Stato Pontificio
Designers
Boscovich Ruggero Giuseppe (1711-1787) Maire Cristoforo, (1697-1767)
Langues
Italien

Description

Carta geografica entro margine graduato, in tre fogli, raffigurante il territorio dello Stato Ecclesiastico. L’incisione presenta un elevato valore storico-culturale in quanto rappresenta la prima carta parziale d’Italia realizzata in base ad operazioni scientifiche, segnando l’inizio di una nuova era nella storia della cartografia italiana: “cangiò d’un tratto tutto l’aspetto delle carte geografiche dell’Italia Centrale”. (Schiapparelli 1871) I lavori per la realizzazione di quest’opera vanno contestualizzati nel periodo in cui “si agitava nel campo scientifico la questione della irregolarità della forma della Terra, che le misure astronomico-geodetiche, compiute in varie parti del Globo nella prima metà del secolo XVIII, facevano sospettare.”. (Mori 1922: p. 74) Questo aspetto viene ribadito nel grande cartiglio dedicato all’«Avvertimento» in cui si legge: “L’occasione è stata quella di misurare un grado di Meridiano per confrontarlo cogli altri misurati altrove dagli Accademici dell’Accademia Reale di Francia, e ricavarne ulteriori notizie sulla figura della Terra.”.Ruggero Boscovich, il quale si trovava a Roma come professore di matematica nel Collegio Romano, riteneva che la misura di archi di meridiano compresi all’incirca tra gli stessi paralleli, ma a diversa longitudine, avrebbero potuto accertare, per il nostro pianeta, se si potesse propendere per la forma di un ellissoide di rotazione. Trovato l’appoggio del Cardinal Valenti, ministro del Papa Benedetto XIV, ebbe dal Pontefice l’incarico d’intraprendere tali misure avvalendosi della cooperazione del Padre Cristoforo Maire, gesuita inglese allora residente e Roma, appassionato e cultore degli studi geografici ed astronomici. Importante notare come il Maire suggerì “che di questa impresa scientifica fosse tratto partito, anche per rettificare la Carta dello Stato, riconosciuta già difettosissima, onde tutto fu predisposto perché le osservazioni astronomiche e geodetiche venissero sviluppate in modo da servire altresì agli scopi cartografici, fissando la posizione geografica delle principali città ed eminenze della Regione.” (Mori 1922: p. 75) Le operazioni sul terreno vennero iniziate nell’estate del 1750 e condotte a termine nel giro di tre anni. Vennero misurate due basi in prossimità degli estremi dell’arco da misurare e cioè una presso Roma lungo la Via Appia, tra il monumento sepolcrale di Cecilia Metella e il Casale delle Frattocchie, mentre la seconda lungo il litorale adriatico a partire dalla foce dell’Ausa in direzione di Pesaro. Le due basi vennero congiunte da una rete trigonometrica formata da 9 triangoli i cui vertici furono stabiliti rispettivamente sulla cupola di S. Pietro a Roma, e sui Monti Gennaro, Soriano nel Cimino, Fionchi, Pennino, Tezio, Carpegna, Catria, Luro, tutti individuati da appositi segnali.Dalla misura dell’arco di meridiano venne ricavato un valore notevolmente diverso da quello che sarebbe dovuto risultare coi dati del Cassini in Francia e questo confermava l’ipotesi del Boscovich della irregolarità presentata dalla forma geometrica della terra. Per quanto riguarda la rettificazione della Carta dello Stato Ecclesiastico il lavoro non era ancora finito. Si dovette procedere all’inserimento nelle maglie della triangolazione fondamentale, numerosi altri triangoli secondari. Vennero fissate le posizioni di 84 località dello Stato, derivandone le coordinate geografiche da quelle del Collegio Romano in Roma. Nella rete così ottenuta il Padre Maire poté inquadrare i materiali topografici e cartografici ritenuti più attendibili. Si arrivò in fine al disegno della “Nuova Carta Geografica dello Stato Ecclesiastico…” che la Calcografia Camerale incise su rame e pubblicò nel 1755.Il grande cartiglio nell’angolo in alto a destra relativo all’«Avvertimento» riporta numerose informazioni relative alla carta: “non è stata loro incombenza di formare un’esatta Carta topografica delle parti minute dello Stato Pontificio…si sono corretti infiniti sbagli di tutte le carte fin ora uscite. Si ritrovano in questa Carta poste al luogo loro tutte le città, quasi tutte le Terre, e la maggior parte de’ Castelli, ed altri luoghi compresi nello Stato medesimo, senza pericolo dello sbaglio in un minuto nella loro positura, essendo stati trigonometricamente determinati colla maggiore diligenza possibile…Tra le montagne molti anno sfuggita anche la vista, o pel loro sito, o per le continue nebbie e caligini. Per non lasciare priva la Carta di questi, non trovandosi sicurezza alcuna nelle carte fin’ ora publicate, si sono fatte fare delle osservazioni da persone capaci sulli luoghi ben determinati nel loro giro, per determinarli. Oltre à luoghi così determinati con tutta sicurezza, sene sono posti nella Carta molti altri meno sicuri, benche anche questi non presi comunque dalle carte, ma dà documenti…Questi luoghi sono stati nella Carta contrasegnati generalmente con una lunetta messa loro accanto…In ordine alle cose più minute, e che più appartengono alla Topografia, gli Autori non si impegnano punto. La forma delle città è puramente arbitraria, non essendosi presa alcuna misura sul contorno delle loro mura. I confini tanto di tutto lo Stato, quanto de’ Territorj sono stati messi per lo più puramente a occhio, essendovene molti anche litigiosi o incerti…Le strade si sono lasciate, toltene quelle delle poste, e in queste i siti delle poste medesime sono stati ben determinati quasi tutti…Il corso de’ Fiumi si è preso per lo più dalle carte, che si sono giudicate le meno cattive, toltone il Tevere dalla Fratta di Perugia in giù, il Teverone, quelli che attraversano la pianura del Bolognese, e alcuni altri pochi, de’ quali si è avuto il corso esattemente delineato…La Longitudine è computata qui dall’Isola di Ferro al solito, e la direzione de’ Meridiani si è determinata coll’ultima esattezza. Un grado di meridiano di mezzo tra Roma e Rimini si è trovato di miglia Romane moderne 74, e passi 566 contenendo ogni miglio passi 1000, ogni passo piedi 5 ogni piede once 16 di passetto di palmo Romano da Architetto, che ne contiene 12. Questo passo Romano sta alla tesa di Francia come 29710 a 38880, onde questo grado contiene tese di Francia 56979.”. Bell'impressione stampata su carta forte vergellata. Pieghe ai fogli, uniti, piccola macchia e piccoli restauri antichi che non compromettono l’ottimo stato di conservazione generale.Rif: Schiapparelli, “Notizie sui lavori del grado europeo…”; Mori, “La cartografia Ufficiale in Italia e l’Istituto Geografico Militare”, pp. 73-78; Frutaz, "Le carte del Lazio", vol. I°, pp. 90-91-92; Almagià, "Documenti cartografici dello Stato Pontificio" pp. 49, 50, 51; Giorgi-Cicioni 2016, “L'Italia di Mezzo.”, p. 1389 n° 55; Associaz Cultur. R. Almagià 2017, L'Italia di Mezzo / La cartografia storica del centro Italia., pp. 48-9, n° 19.