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Livre

De Dominis, Marcantonio

Marcus Antonius De Dominis archiepisc. Spalaten. sui reditus ex Anglia consilium exponit

Ex typographia reu. Camerae Apostolicae, 1623

pas disponible

Pettini Antonio Libreria (Roma, Italie)

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Détails

Année
1623
Lieu d'édition
Roma
Auteur
De Dominis, Marcantonio
Éditeurs
Ex typographia reu. Camerae Apostolicae
Thème
eresia heresy inquisizione Inquisition riforma reformation, apostasia apostasy religione religion
Langues
Italien

Description

In-4°, XXXIX, frontespizio con grande marca della Stamperia Camerale xilografica (Aquila coronata con ali spiegate che tiene drappo tra gli artigli), grande iniziale xilografica, legatura in cartonato. Singolare figura di ecclesiastico, il De Dominis incontrò l'avversione del Papato per le sue idee riformistiche e per essersi schierato al fianco di Paolo Sarpi nella contesa tra Venezia e Paolo V. A seguito dell'incolmabile distanza con il Papato di Roma, De Dominis fece un passo epocale, convertendosi all'anglicanesimo e trasferendosi alla corte di Giacomo I, che lo accolse con grande entusiasmo. Ben presto però venne in urto anche con la corte inglese e solo grazie all'elezione del pontefice Gregorio XV (Alessandro Ludovisi, suo amico) poté ritornare a Roma, ma dovette fare mostra di pentimento e ritrattazione di quanto aveva prima scritto contro il Papato, cosa che gli costò il feroce disprezzo della corte anglicana. La morte di Gregorio XV determinò la sospensione della protezione e della pensione assegnatagli dal papa: la conseguente ira del De Dominis lo espose alla feroce repressione dell'Inquisizione, che lo condannò per eresia recidiva. Condannato alla Fortezza (Castel S. Angelo), vi morì per cause naturali. L'Inquisizione tuttavia proseguì il processo arrivando alla condanna post mortem: le spoglie del De Dominis furono riesumate e arse assieme ai suoi libri e l'autore condannato a una perpetua damnatio memoriae. L'opera della ritrattazione, il Reditus, verrà proibita anche a Venezia a causa dell'affermazione della supremazia del potere papale sui poteri temporali.A. Russo, Marc'Antonio De Dominis, Arcivescovo di Spalato e apostata (1560-1624), Napoli, Istituto della Stampa 1965.Delio Cantimori, Eretici italiani del Cinquecento, Torino, Einaudi 1992In-4°, XXXIX, title page with large wood engraved print of the Stamperia Camerale (crowned eagle with outstretched wings holding cloth in its claws), large wood engraved initial, cardboard binding. A singular ecclesiastical figure, De Dominis encountered the aversion of the Papacy for his reformist ideas and for having sided with Paolo Sarpi in the dispute between Venice and Paul V. Following the unbridgeable distance with the Papacy of Rome, De Dominis made a major change, converting to Anglicanism and moving to the court of James I, who welcomed him with great enthusiasm. Soon, however, he came into conflict with the English court and thanks to the election of Pope Gregory XV (Alessandro Ludovisi, his friend) he was able to return to Rome, but he had to show repentance and retraction of what he had previously written against the Papacy. The retraction cost him the fierce contempt of the Anglican court. The death of Gregory XV led to the suspension of the protection and pension assigned to him by the pope: the consequent wrath of De Dominis exposed him to the ferocious repression of the Inquisition, which condemned him for heresy recidivism. Sentenced to the Fortress (Castel S. Angelo), he died there of natural causes. However, the Inquisition continued the process arriving at the post-mortem sentence: the remains of De Dominis were burned together with his books and the author sentenced to a perpetual damnatio memoriae. The work of retraction, the Reditus, was also prohibited in Venice due to the affirmation of the supremacy of papal power over temporal powers.A. Russo, Marc'Antonio De Dominis, Archbishop of Spalato and apostate (1560-1624), Naples, Institute of the Press 1965.Delio Cantimori, Italian heretics of the sixteenth century, Turin, Einaudi 1992