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Livre

Hilpert Johann

Johannis Hilperti, in illustri Julia professoris publici & ordinar. Disquisitio de praeadamitis, anonymo exercitationis & systematis theologici auctori opposita.

ex officina Johannis a Waesberge,, 1656

200,00 €

Zanfrognini Antonio Studio Bibliografico (Modena, Italie)

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Détails

Année
1656
Lieu d'édition
Ultraiecti,
Auteur
Hilpert Johann
Éditeurs
ex officina Johannis a Waesberge,
Thème
UTOPIE FILOSOFIA NATURALE PREADAMITI POLIGENISMO
Langues
Italien

Description

In 12° (13x7,4 cm); (12), 250, (2 b.) pp. Legatura coeva in piena pergamena rigida con titolo manoscritto al dorso. Un piccolo tunnel di tarlo al margine interno di diverse carte, solitamente nella parte bianca ma che in una decina di carte tocca una lettera di testo per pagina, non particolarmente fastidioso e nel complesso, esemplare, in buone condizioni di conservazione. Bianche le c. pi greco1 e L6. Prima edizione, uscirono tre edizioni nello stesso anno e tutte e tre sono considerate prime edizioni in quanto nessuno studio è stato in grado di stabilire una cronologia delle stesse, di questo celebre e curioso, scritto filosofico del famoso teologo e giurista luterano di Coburgo, Johann Hilpert (1627-1680) . Scrive Justin E. H. Smith a pagina 6 del suo studio “The Pre-Adamite Controversy and the Problem of Racial Difference in 17thCentury Natural Philosophy”: “There were at least a dozen important treatises in the latter half of the 17th century seeking to refute La Peyrère’s thesis. Three of these were of particular significance, all published in 1656: Philippe Le Prieur's Animadversiones in librum Prae-Adamitarum, Johann Hilpert's Disquisitio de Prae-Adamitis. and the revealingly titled work of Anton Hulsius, Non ens prae-adamiticum, sive confutatio vani et socinizantis cujusdam somnii, quo S. Scripturae praetextu in cautioribus nuper imponere conatus est anonimus fingens ante Adamum primum homines fuisse in mundo”. Del lavoro di Hilpert parla anche Arturo Graf, citando però l’edizione di Amsterdam, nel suo “Miti, Leggen de e Superstizioni del Medioevo. Volume I. Il mito del Paradiso Terrestre, il Riposo dei Dannati, La Credenza nella Fatalità, Torino, Hermanno Loescher, Firenze, Roma, 1892: “Inventore dei preadamiti fu Isacco de la Peyrère (1594-1676), il quale, fondandosi sopra un passo della Epistola di San Paolo ai Romani, mise fuori la opinione che uomini fossero esistiti prima di Adamo, e la sostenne in un libro stampato la prima volta nel 1653, e intitolato Preadamitae, sive exercitationes super vv. 12, 13 et 14, cap. V, epistolae D. Pauli ad Romanos. Questa opinione suscitò grande scandalo e infinite dispute, e diede materia a numerosi libri, alcuni dei quali scritti in tempi assai prossimi a noi. Eccone alcuni: Filippo Le Prieur (sotto il nome di Eusebio Romano), Animadversiones in librum praeadamitarum, Parigi, 1656; Hilpert, Disquisitio de praeadamitis, Amsterdam, 1656; Hulsius, Non-ens prae-adamiticum, sive confutatio vani cujusdam somnii, quo quidam Anonymus fingit ante Adamum primum homines fuisse in mundo, Lugduni Batavorum, 1656; Gelpke, Ueber die Erde oder das Menschengesch lecht vor Adam, Braunschweig, 1820”. Le teorie dei preadamiti furono conosciute durante il medioevo, attraverso il testo "Kuzari" del poeta e rabbino andaluso Yehuda Ha-Levi, fra i massimi pensatori della filosofia ebraica medioevale. Quest'opera, completata intorono al 1140, prende, a sua volta spunto dal lavoro di di Tahafut al-Falasifah di al-Ghazali, massimo esponente del pensiero islamico nei Paesi arabi dell'Asia occidentale durante il Medioevo. Il testo di Ha-Levi è un dialogo immaginario nel quale il rabbino, ricostruisce un dibattito filosofico organizzato dal re dei Cazari, popolazione semi-nomade di origini turche, fra tre teologi: uno cristiano, uno mussulmano ed uno ebreo. In questo dialogo il re "chiede al rabbino se sia preoccupato dalla rivendicazione, da parte degli Indiani, di essere in possesso di artefatti e costruzioni antichi di milioni di anni; il rabbino afferma che si tratta di affermazioni senza senso, propugnate da gente senza un libro riguardo al quale "molte persone avessero la stessa opinione". In questo stesso libro Halevi attacca molte idee contenute nel libro intitolato Agricoltura nabatea, composto o tradotto da Ibn Wahshiyya nel 904: queste idee, attribuite ai Sabei, affermavano l'esistenza di persone nate prima di Adamo e di genitori di Adamo, oltre che l'origine indiana di Adamo stesso; Halevi respinse queste opinioni semplicemente affermando che queste persone non conoscevano la rivelazione contenuta nella Bibbia". Le teorie confutate in "Kuzari", vennero recuperate, questa volta in forma positiva da Isaac La Peyrère (1596-1670) che nella sua opera "Praeadamitae sive Exercitatio super Versibus duodecimo, decimotertio, et decimoquarto, capitis quinti Epistulae D. Pauli ad Romanos, quibus inducuntur Primi Homines ante Adamum conditi" (è qui che compare per la prima volta il termine “Preadamita”) ipotizza, anticipando le teorie del poligenismo, l'esistenza storica di uomini viventi prima di Adamo. Il lavoro di La Peyrere, ebbe notevole successo e diede vita ad un dibattito serrato fra diversi studiosi. Non comune. Rif. Bibl.: van Huisstede-Brandhorst, Dutch printer's devices 15th-17th century, v. 1 p. 631 n. 0619; ICCU, IT\ICCU\VEAE\007612.