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Livre

[Tantibambini N. 26] [Munari, Bruno, Sotto Lo Pseudonimo Di] E., Poi

Dove andiamo? Illustrazioni di Mari Carmen Diaz

Einaudi (Bona),, 1973

200,00 €

Pontremoli srl Libreria Antiquaria (MILANO, Italie)

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Détails

Année
1973
Lieu d'édition
Torino,
Auteur
[Tantibambini N. 26] [Munari, Bruno, Sotto Lo Pseudonimo Di] E. , Poi
Pages
un sedicesimo non numerato interamente illustrato a colori.
Série
collana «Tantibambini» diretta da Bruno Munari, n. 26,
Éditeurs
Einaudi (Bona),
Format
in 8° quadrato,
Edition
Edizione originale.
Thème
Libri per bambini Libri Illustrati e d'Artista
Description
autocopertinato in punto metallico,
Premiére Edition
Oui

Description

LIBRO Edizione originale. Lieve fioritura perimetrale ai piatti, per il resto ottimo esemplare. Racconto per l’infanzia della collana einaudiani «Tantibambini» diretta da Bruno Munari e attiva dal 1972 al 1978. Con le illustrazioni di Mari Carmen Diaz, questo «Dove andiamo?» indica come autore “E. Poi”, nome di fantasia dietro al quale si nasconde lo stesso Munari, che così aveva firmato anche la quarta uscita della collana, ovvero «L’Uccellino Tic Tic», capace di scatenare la profondissima irritazione di Natalia Ginzburg. Scrisse infatti la scrittrice e traduttrice nel saggio «Senza fate e senza maghi» del 1972: «L’editore Giulio Einaudi ha cominciato una nuova collana per bambini. Si chiama «Tantibambini» e la dirige Bruno Munari. Ne sono usciti quattro libri. Li ho avuti. Ho pensato che erano carini. Che costavano poco. Che erano piacevoli a vedersi e maneggevoli. Dunque fino a qui tutto bene. C’era però qualcosa che mi irritava e non capivo cos’era. Un altro libro si chiama L’uccellino Tic Tic. L’autore si chiama Poi. Non so chi sia questo Poi**. Anche questo l’ho letto subito, si legge d’altronde in due minuti. È la storia d’un bambino che ha paura del lupo, ma l’uccellino Tic Tic dà da mangiare al lupo, gli dà molte cipolle, teste di sardine e scarpe vecchie, il lupo non ha più fame e diventa buono, il bambino non ha più paura. Una storia graziosa. A un certo punto mi sono accorta che quello che mi irritava erano le parole scritte sul retro di ogni volume. Queste parole dicono: «Fiabe e storie semplici, senza fate e senza streghe, senza castelli lussuosissimi e principi bellissimi, senza maghi misteriosi, per una nuova generazione di individui senza inibizioni, senza sottomissioni, liberi e coscienti delle loro forze». A poco a poco ho capito che queste parole non solo mi sembravano irritanti, ma le detestavo. Esse mi sembravano piene di una presunzione suprema. Ho pensato che se veniva offerto L’uccellino Tic Tic sbadatamente e senza attribuirgli importanza, e se era lecito aspettarsi da questa collana per l’infanzia libri di ogni natura e di ogni specie, bene, ma se veniva presentato L’uccellino Tic Tic con dietro un programma pedagogico e come bibbia delle nuove generazioni, allora L’uccellino Tic Tic io lo trovavo rivoltante». Cfr.: N. Ginzburg, «Vita immaginaria», Einaudi 2021.